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Protagonista delle vicende narrate e illustrate da Sergio Tisselli è la storia della peste a Bologna del 1600. In questo straordinario fumetto, atteso da anni, la peste viene concretizzata, diviene un personaggio. L'untore fu una figura del tutto immaginaria che tuttavia rappresentò il capro espiatorio attraverso il quale si concretizzarono le idee del male e della morte. Gli uomini ancora una volta inutilmente e ferocemente, rivolsero i loro sforzi nella direzione sbagliata; trasportarono cioè un male concreto, reale, in un mondo di irrazionale superstizione e combatterono con armi altrettanto irrazionali. Naturale conseguenza di tale mentalità fu che si procedette, attraverso processi falsati, a numerose esecuzioni di presunti untori; così nel paesaggio antropologico di quegli anni si concentrano quel misto di sopraffazione, corruzione, ignoranza, superstizione, crisi sociale, instabilità e debolezza delle istituzioni.